giovedì 6 marzo 2014

TORTA VEGAN DI ZUCCA E CIOCCOLATO GLUTEN FREE





Ebbene, sono un tantino immersa negli esperimenti vegani...
Non tanto per il fatto della filosofia "vegan": io sono vegetariana, ma mangio latticini e uova, con moderazione.
La sfida è provare a creare qualcosa di veramente buono con pochi ingredienti, naturali e privi di grassi. E' proprio un gioco di cui comincio a intuire le regole.

L'altra sera poi sono stata invitata a cena da un'amica che non può mangiare farine di grano perché intollerante. Volendo portare un dolce (avevo già deciso una torta con la polpa di zucca, in realtà) ho pensato di provare a miscelare le farine che lei può mangiare tranquillamente.
Sono partita da questa super ricetta dal blog "Chi ha rubato le crostate" da cui attingo spesso in questo periodo per le mie incursioni nel veganesimo :)
E proprio qui ho trovato questo mix gluten free proposto da Chiara.
Ho scelto dunque la farina di castagne -mi pareva adatto l'accostamento con la zucca e il cioccolato - poi ho aggiunto una parte di farina di riso e una piccola parte di maizena.
Il risultato è stato incredibile: soffice e fragrante nello stesso tempo, pur non contenendo burro o uova. Il retrogusto leggermente affumicato e pieno della farina di castagne stava molto bene con il cioccolato, la zucca si percepiva poco, anche perché la sua polpa, cotta al forno e frullata, serve più che altro a dare consistenza al dolce.
Ho aggiunto delle fette di pera per dare un tocco di freschezza e perché il tutto non risultasse né pesante né troppo "pastoso".
La rifarò sicuramente, proprio in questa versione senza glutine: è più buona di quella con la farina bianca!

Certo, è un dolce davvero molto invernale. Ma credo che sostituendo la polpa di zucca con quella di mela e banana o di pera e mela possa riuscire altrettanto bene.
Il gioco continua e non vedo l'ora di provare con la frutta primaverile ed estiva...





TORTA VEGAN DI ZUCCA E CIOCCOLATO (E PERE) GLUTEN FREE

100 gr di farina di castagne
90 gr di farina di riso
40 gr di maizena
140 gr di zucchero di canna
80 gr di acqua (dipende dalla zucca)
70 ml di olio di soia
300 gr di zucca circa (cotta in forno e frullata)
50 gr di cacao amaro
40 gr di cioccolato fondente a pezzettini
2 pere tagliate a fettine
1 bustina di lievito

Impostare il forno a 180°C e foderare una teglia di circa 26 cm di carta da forno.
Miscelare le farine e setacciarle insieme al lievito e al cacao amaro.
In un'altra ciotola mescolare la polpa di zucca con l'olio di soia e lo zucchero di canna. Poi aggiungere l'acqua.
A questo punto unire gli ingredienti secchi con quelli umidi e unire i pezzetti di cioccolato fondente.
Se l'impasto è troppo duro, aggiungere un pochino di acqua, deve risultare morbido.
Mettere il composto nella teglia e affondare le fettine di pera nell'impasto.
Cuocere in forno per circa 50 minuti/ un'ora, fino a quando la punta di un coltello esce dal dolce asciutta (tenendo conto che all'interno la torta rimane molto umida.








martedì 18 febbraio 2014

VEGAN RAW TRUFFLE OVVERO PICCOLE E SANE DELIZIE



Sembra davvero impossibile: è da così tanto che non scrivo su questo blog?
E' triste, ma nello stesso tempo naturale. Si tratta di un diario senza nessuna pretesa, che segue i ritmi della mia vita; quindi ci sono periodi in cui è difficile, quasi impossibile, fare entrare tutto in una giornata.
Periodi di sofferenze personali, come è stato per me questo Natale.
Non ho scritto dei mille panettoni fatti, unica soddisfazione in giorni bui e spenti. Quegli impasti morbidi, gialli e profumati mi hanno aiutata a tirare avanti, a "fare". Impastare è veramente una terapia e il forno acceso a volte sembra un focolare che ti scalda e ti da energia e vita.
Non ho scritto di un nuovo amico giapponese (chef) che mi sta illuminando su tanti piatti di cui non conoscevo l'esistenza e che per ora sto soprattutto gustando :-)

Invece oggi scriverò della mia necessità odierna e cioè fare tutto molto velocemente causa mille e mille impegni lavorativi che mi tengono lontana, purtroppo e anche per fortuna, da lievitati lunghi e bisognosi di cure e attenzioni. Della mia recente "passione" per la cucina vegana, che mi visto vittima proprio ieri di insulti sul social network tanto amato da un folle che odia tutti coloro che non si nutrono di carne :)

Insomma, ho prodotto dei piccoli tartufi energetici, velocissimi da preparare, che sono ottimi con un caffè al volo o quando uno ha voglia di qualcosina di dolce, ma....mica si può sempre mangiare biscotti?!
Sarà molto difficile indicare le dosi esatte...li ho davvero fatti a occhio! Ma sono così facili che nessuno avrà problemi, ne sono sicura.

La "ricetta" prevede di mettere nel mixer una ventina di albicocche disidratate, una decina di mirtilli disidratati e 100 gr circa di uvetta sultanina. Precedentemente sarebbe meglio lasciare il tutto qualche ora (un paio) in ammollo nell'acqua: diventeranno morbidissime! Quindi, aggiungiamo un cucchiaio di semi di girasole, due cucchiai di olio di cocco (o di soia), una galletta di riso spezzettata (o riso soffiato, avena in fiocchi, etc), 100 gr di mandorle, 30 gr di cioccolato fondente e 50 gr di farina di cocco. Poi uniamo ancora un cucchiaio colmo di cacao amaro. Frulliamo bene, deve venire una poltiglia profumata. Se fosse troppo morbido, aggiungiamo un altro po' di cocco grattugiato. Formiamo poi delle palline grandi come una noce e passiamole a piacere, o nel cocco oppure nel cacao amaro.
Se vi piacciono più dolci secondo me basta aggiungere un cucchiaino di miele. Io non l'ho fatto e mi sono piaciuti così.
Leggevo che il cacao "crudo" è molto difficile da trovare (io non ne sapevo nemmeno l'esistenza). Ho usato quello normale e spero che non mi insultino di nuovo, questa volta i "crudisti"! :)

giovedì 28 novembre 2013

NUOVI PUNTI DI VISTA E UN CAKE SALATO PER LA CENA DEL PALAZZO





Sono stata lontana da questo blog come sono stata lontana da una cucina. La mia vecchia cucina con vista sul campanile e sul giardino incantato, non esiste più ormai da qualche settimana. 
Sembra triste, ma non lo è. O meglio, lo è stato...Difficile separarsi da qualcosa che non esiste realmente, ma che ha preso forma temporaneamente, insieme a te. Sei tu che gli hai dato modo di esistere. Ma in realtà si tratta di oggetti che sono disposti in un ordine preciso che tu gli hai dato e che in quel momento formano il tuo mondo e rispecchiano una tua disposizione interiore. Quegli oggetti in cui io spesso, troppo spesso, mi rifugio per fermare il tempo e per darmi un'identità, ora esistono ancora. Ma presi singolarmente sono piccoli frammenti del mio universo, particelle. E un giorno tutto questo si è improvvisamente scomposto per dare vita a un altro universo. Diverso. Ora tutto è cambiato, ma la mia cucina si è rimessa in sesto: si è ricreato un angolo familiare, piano piano. Mi manca molto quello che c'era prima. Ma "il cambiamento è l'unica cosa certa che abbiamo", no? Non ci credo molto in questa frase: io mi affeziono a un'atmosfera come a una sorella e poi quella mi scompare. L'ho accettato.
Ora ho una nuova cucina che presto amerò, sono sicura. Per ora mi limito a guardarla, timida e incerta. E ho ripreso a cucinare di tutto di più, perché attraverso il cibo e la sua preparazione mi sto riappropriando piano piano di me, qui e ora.
Stasera c'è la cena del palazzo. Che idea fantastica! Siamo appena arrivati e già partecipiamo a questo evento così affascinante, così "vecchio stile", proprio come piace a me! Quale scusa migliore per chiudermi in questa nuova casetta e sfornare un po' di cibo caldo e familiare? A me è toccato il dolce, ma come al solito non so limitarmi e non so scegliere...Risultato? Ho preparato tre cose....
Avrò esagerato?? Ho preparato dunque....Una tarte tatin: il mio dolce preferito che parla un po' di me. Una torta al cioccolato e mandarino per arrivare un po' al cuore di tutti (cercavo il consenso facile :)). E poi, dato che avevo già in mente di portare anche un cake salato, l'ho fatto comunque! Perché adoro prepararli e quindi: cake spinaci, feta e curcuma.
Per la Tatin la ricetta è una delle prime del blog. La trovate qui.
Per la torta al cioccolato e mandarino, l'ho presa da uno dei miei blog preferiti!Juls' Kitchen.
Invece il cake...quello è una mia ricetta ispirata al libro "Plumcakes dolci e salati"di Ilona Chovancova.
E' molto semplice da preparare...







CAKE SPINACI, FETA E CURCUMA

180 gr di farina autolievitante
2 uova intere e felici
due manciate di spinaci tritati grossolanamente
100 gr di feta
100 ml di latte di soia
100 ml di olio e.v.o.
un cucchiaino di curcuma
un cucchiaino di sale al vino rosso (o sale normale)

Per prima cosa accendere il forno a 180°C e foderare uno stampo da cake con la carta da forno (o imburrarlo).
Sbattere le uova con l'olio, aggiungere il latte di soia, poi la feta sbriciolata. Sbattere ancora per amalgamare.
Aggiungere la farina setacciata con il sale e la curcuma. Infine mescolare bene il tutto e unire gli spinaci freschi, appena tagliati. Con una spatola versare l'impasto nello stampo, livellare e infornare per circa 50 minuti. Fare la prova coltello per vedere se è cotto bene all'interno.

Bene, spero che questa serata sia leggera, frizzante e che il cibo faccia il suo dovere. Ci renda felici di conoscerci e trascorrere qualche ora insieme. E io accoglierò questa bella occasione che mi è stata servita su un piatto d'argento per scoprire il mio nuovo punto di vista dalle finestrelle della cucina.














domenica 6 ottobre 2013

UN BISCOTTO PER UN PROFUMO: L'ACQUA DI CHERASCO





Continuiamo con i biscotti, con la loro scia profumata che inebria le cucine autunnali di tutte le foodies, che in questa stagione preparano litri di te e tisane di ogni sorta e sfornano cookies, cakes e crostate a tutto spiano.

Biscotti: per me ultimamente è un pensiero fisso, un progetto che mi solleva l'umore nelle giornate più buie. Una finestra sul mio personalissimo mondo interiore, che comprende in ordine sparso piccoli dolcetti di ogni forma e colore, pioggia parigina, violini volanti, poltroncine di velluto porpora, tramonti nordici, passeggiate su distese di foglie umide di rugiada...

Nello scorso post parlavo di come un artista o un'opera d'arte potesse avere un alter ego di frolla. Un piccolo e croccante prodotto da forno che nascesse da una suggestione non ben definita dalle mani della sottoscritta. Ora a ispirare la genesis del cookie è stato un profumo. E che fragranza. L' ACQUA DI CHERASCO un'aroma per ambienti nata dalla mente creativa (e dal naso) della mia amica Stefania per la nostra piccola città. 
Di cosa sa Cherasco? L'ultimo profumo creato da Stefania è un aroma delicato di tiglio con note di cioccolato e sentori di terra, di muschio. Insomma, qualcosa di avvolgente e "caldo" ma che nello stesso tempo è anche fresco e leggero. 
Cherasco ha meravigliosi tigli che sprigionano nell'aria quel tipico odore dolce e pungente, quando fioriscono. E poi è la città del cioccolato: scuro, fondente, leggermente amaro.
In questi giorni poi, se passeggi sui bastioni mentre una sottile pioggerellina ti bagna il viso, il profumo è quello della terra bagnata e del muschio. L'autunno.
Questi i biscotti che Stefania mi ha commissionato per l'evento di presentazione della fragranza! Biscotti che sono stati serviti dopo un romantico balletto sotto i portici della nostra piccola città, con tante candele e leggere danzatrici. C'eravamo tutti, o quasi...

Ho scelto di utilizzare il tiglio per infusi nell'impasto della frolla in modo da profumarla ma darle anche  il "sapore" del fiore; il cioccolato fondente al 75% l'ho invece utilizzato per la decorazione che ho realizzato con una sac à poche (fatta da me con la carta da forno, guardate questo video). In questo modo il gusto forte del cioccolato non è preponderante, anzi, contrasta felicemente il dolce tiglio.





BISCOTTI AL TIGLIO E CIOCCOLATO FONDENTE

500 gr di farina 00
220 gr di burro 
3 bustine di infuso di tiglio
180 gr di zucchero (90 di canna e 90 semolato)
2 tuorli 

Per la decorazione
una tavoletta da 150 gr di cioccolato fondente al 75%
una sac à poche

Preparare la pasta frolla aromatizzata al tiglio.
Frullare in un mixer gli zuccheri con l'infuso di tiglio. Basterà azionarlo per qualche secondo e avrete uno zucchero profumatissimo. Aggiungerlo quindi alla farina setacciata e poi con la punta delle dita, impastare il burro freddissimo e tagliato a dadini fino a ottenere grosse briciole.
A questo punto unire i due tuorli e ricavarne un impasto compatto: non scaldarlo troppo con le mani e metterlo in frigo a raffreddare per un'oretta.
Trascorso questo tempo, accendere il forno a 180°C.
Tirare fuori la frolla e stenderla con un mattarello circa 5 mm di spessore. Ritagliare i biscotti e posizionarli su una teglia imburrata o rivestita di carta da forno. 
Infornare circa 12 minuti a 180°C. Controllarli, devono dorare appena.

Metterli a raffreddare e preparare la glassa per decorarli. 

Sciogliere a bagno maria il cioccolato dopo averlo rotto in tanti quadratini. Basta una ciotola resistente al calore e un pentolino con dell'acqua posizionato sul fornello. Il pentolino deve contenere la ciotola e intanto, mentre l'acqua si scalda bisogna aiutare il cioccolato con un cucchiaio di legno o una frusta per le uova.
Una volta sciolto, il cioccolato deve raggiungere la consistenza giusta per essere inserito nella sac à poche. Ci vorranno 15/20 minuti circa. Occorre stare attenti che non indurisca troppo, quindi va controllato.
Inserire il cioccolato nella tasca e procedere alla decorazione.

Le coroncine sono il logo, lo stemma dell'ACQUA DI CHERASCO. La decorazione è a discrezione del pasticcere ;)









domenica 15 settembre 2013

BISCOTTI PER L'ARTE - L'ARTE IN UN BISCOTTO (biscotto alla rosa e mirtillo essiccato)






Una cosa che ho in mente da qualche tempo e sta prendendo forma, giorno dopo giorno.

Un biscotto che nasca da un'ispirazione, da un'opera d'arte, e che racchiuda nel gusto, nel profumi, nella texture, qualcosa dell'artista che l'ha creata.
Ne ho fatti tanti dei esperimenti, calibrando gli ingredienti, studiandone forma e sostanza. Ed è davvero un momento molto intimo e felice, quando posso stare nella mia piccola cucina e andare avanti fino a tardi con burro, farina e tutto il resto.

Poi un giorno ho deciso di prenderla sul serio e ho cominciato con gli artisti con cui lavoro quotidianamente. Chi meglio di loro, che conosco, vedo all'opera e ascolto parlare della loro arte praticamente ogni giorno? Quindi che il mio progetto abbia inizio; per ora su questo blog, che è la succursale della mia cucina :) e tra poco - incrociando le dita - anche nella realtà!

Il primo biscotto non poteva essere che ispirato alla mostra da me tanto attesa e organizzata con cura e passione: SPECCHI/SPEJLE di André Lundquist.
Delicatezza, purezza e bellezza. La figura femminile, simbolica e ammaliante, altera e lontana.
La rosa per me rappresenta i suoi soggetti. Queste donne belle e austere, dallo sguardo penetrante ma distante. Ho utilizzato boccioli di rosa essiccati per profumare delicatamente la frolla.
Lui viene dalla Danimarca, quindi ho pensato al mirtillo disidrato. Esteticamente, piccoli frammenti rosso rubino: sotto i denti, piccole morbidezze, nella consistenza croccante del biscotto.




BISCOTTI ALLA ROSA E MIRTILLO

500 gr di farina (io Mulino Sobrino di La Morra)
220 gr di burro
150 gr di zucchero
4 boccioli di rosa essiccata
50 gr di mirtilli disidratati
2 uova
1 pizzico di sale

 Mettere lo zucchero e i petali dei boccioli di rosa in un mixer e azionarlo per qualche minuto, fino a a quando non sentirete un delicato profumo e lo zucchero non sarà pieno di piccoli cristalli rosa.
Mettere da parte. Riporre nel mixer i mirtilli e azionarlo per qualche secondo: si deve semplicemente ridurli un pochino.
Con la punta delle dita impastare la farina e il burro in una grossa ciotola, fino a ottenere come delle briciole e facendo attenzione a non scaldare troppo il composto.
Aggiungere lo zucchero; mescolare con un cucchiaio di legno. Sgusciare le uova e farle cadere in un buco creato nel mezzo di questo impasto di briciole. Con una forchetta incorporarlo all'impasto. Qui la cosa si complica un pochetto. Per rendere le cose un attimo più semplici, bagnarsi le mani con dell'acqua molto fredda e cominciare a compattare l'impasto. L'importante è essere delicati e ottenere una bella palla compatta, senza lavorarlo troppo, però. Riporla in frigo per qualche ora. (anche tutta la notte).
Dopo questo tempo preriscaldare il forno a 180°C, riprendere l'impasto e stenderlo con un matterello. A questo punto ritagliare i biscotti della forma che si preferisce. Io ho scelto una forma basic: biscotto rotondo e piccole mezze lune.
Disporre i biscotti su una teglia imburrata o rivestita di carta da forno. Cuocerli circa 15 minuti: non devono scurirsi e sollevandoli leggermente la parte a contatto con la teglia deve essere dorata.
Sfornarli e lasciarli raffreddare. Conservarli in una (bella) scatola di latta.










domenica 25 agosto 2013

FOCACCIA DI CECI LIVORNESE




La focaccia è una cosa squisita. Se mi chiedessero qual è il cibo a cui non potrei davvero rinunciare...Credo che questa specie di pane fragrante, profumato di olio d'oliva, sarebbe uno dei primi.
Da quando, tempo fa, provai questa ricetta che prevede l'utilizzo dei ceci nell'impasto, prepararla è diventato semplice, anzi piacevole.

E' divertente perché si va quasi "a occhio", usando come unità di misura il contenitore stesso dei ceci; poi acqua, olio di oliva e farina quanto basta. E il lievito, naturalmente.

Ma diamo il merito a chi ce l'ha! Questa focaccia viene dal mitico blog "Anice&Cannella", patrimonio infinito nell'arte della panificazione. Già il racconto che ne fa Paoletta nel suo post mi aveva strappato un sorriso e la voglia di provarla all'istante. Non c'è cosa più bella infatti, del discorrere di ricette, di cucina, di preparazioni: scambiarsi consigli, segreti, trucchi in ogni luogo e in ogni dove. Poi c'è chi tiene per sé strettamente custoditi come reliquie i propri quaderni di ricette, perché ne è geloso, e magari ne svela una solo ogni tanto. Chi invece le diffonde e le dona agli altri, magari per ridare vita un'antica preparazione di famiglia.
Io adoro dispensar ricette, è più forte di me. E ovviamente anche ottenerle, provarle e un pochino anche modificarle.

La focaccia di ceci di cui riporto qui la preparazione, non l'ho cambiata di una virgola, è perfetta. Soltanto, io la faccio in versione vegetariana e la mangio al naturale, senza farcitura perché adoro il sapore rustico dei ceci e del rosmarino.




FOCACCIA DI CECI

un barattolo di ceci già cotti (qualsiasi: di vetro, di latta, di tetrapack, l'unità di misura sarà il contenitore)
acqua
lievito di birra (1 cubetto, anche meno d'estate) *
farina quanto basta
sale
rosmarino
olio di oliva
* o lievito di birra secco, una bustina da 7 gr


Prendere un vasetto di ceci e versarli in un pentolino con la loro acqua. Poi riempire nuovamente il vasetto di acqua e versarlo nel pentolino. Fare scaldare un pochino perché si intiepidiscano e frullare il tutto.
Sempre con il vasetto dei ceci: riempirlo per un po' meno della metà di olio di oliva e unirlo alla crema di ceci.
A questo punto sciogliere il lievito di birra in questo liquido e aspettare una decina di minuti.
(*Se si usa il lievito di birra secco, miscelarlo insieme alla farina).
Intanto preparare la farina: io uso una parte di farina 0, una integrale e una di semola rimacinata di grano duro. Ma si può utilizzare anche tutta farina bianca, 0 oppure 00. Questione di gusti.

La farina si aggiunge alla crema di ceci, pian piano, girando con un cucchiaio di legno per amalgamare bene il tutto. Si aggiunge intanto anche un cucchiaino di sale. Ad un certo punto, l'impasto sarà più consistente, ma comunque appiccicoso e morbido. Impastare con le mani quel tanto che basta per compattarlo. E' pronto. Occorre metterlo in una grande ciotola unta di olio e lasciarlo lievitare per un paio d'ore, coperto da un canovaccio pulito. Crescerà molto, quindi meglio usare un bel contenitore grande.
Accendere il forno a 180°C e ungere una teglia grande da forno (o due, una più grande e una più piccola se non la volete tanto alta) e stendere l'impasto. Cospargere di rosmarino spezzettato e cuocere fino a doratura. Diciamo circa 35 minuti.

Io la trovo deliziosa, così come tutte le persone che fin'ora l'hanno assaggiata.

La ricetta originale sul blog "Anice&Cannella" con il racconto di Paoletta qui.






martedì 20 agosto 2013

SODA BREAD CON NOCCIOLE E ALBICOCCHE SECCHE




Il "soda bread", una volta scoperto, non lo si abbandona mai più!
Io l'ho rifatto in mille varianti, per tutto l'inverno e ben si adattava a quei risvegli bui, nel torpore del piumone, quando alzarsi era difficile anche per me che adoro il profumo del mattino...

Tornati appena alla normalità dopo giorni strambi e leggeri, che solo le vacanze di agosto ti sanno regalare, c'era bisogno di qualcosa di sano e buono che ci rimettesse in sesto e ci aiutasse a ricominciare una specie di routine, anche se in questo periodo non è certo di casa qui l'abitudine...e dire che ne avrei anche bisogno ogni tanto di un pochino di stabilità.
Ma è così, siamo un po' zingari, un po' marinai, e "del doman non v'è certezza".

Dicevo del soda bread, che è quel misto di "buono come il pane" ma con un sapore diverso. Da noi, in Italia, il pane è un'arte fatta di lievitazione, farine, tempi e attese. Questo qui si chiama pane solo per i "nordici", perché assomiglia più a un plum cake.
Ma il suo è un animo un po' rude, un po' "rustico": non ha la morbidezza di un dolce al burro e la dolcezza di una brioche, perché non contiene grassi.
La magica combinazione dello yogurt e del bicarbonato gli regala un po' di altezza; ma la sua compattezza lo rende ideale per essere affettato e tostato; spalmato con miele o marmellata, per esempio.

Così domenica sera, ho deciso che avrei reso il nostro primo lunedì di lavoro dopo due settimane di ferie un po' più dolce, ma appena un pochino. Avevamo certo anche bisogno della concretezza, della forza e della "compattezza" di questo strano pane, per affrontare questa settimana, no?

Ho aggiunto alla ricetta "base" le nocciole tostate e tritate grossolanamente e le albicocche secche tagliate a cubetti. Ma chiaramente si possono sostituire con altri ingredienti: uvetta-noci; gocce di cioccolato e pistacchi; mandorle...




SODA BREAD CON NOCCIOLE E ALBICOCCHE SECCHE

200 gr di farina di segale
200 gr di farina ai cinque cereali
un cucchiaio raso di bicarbonato
un pizzico di sale
3 cucchiai di zucchero di canna
una manciata di semi di papavero

200 gr di yogurt bianco intero
200 ml di latte intero

50 gr di nocciole tostate
5 o 6 albicocche disidratate e tagliate a pezzettini

Accendere il forno a 200°C e rivestire di carta da forno uno stampo da plum cake.
Prendere due ciotole, una un po' più capiente, e miscelare da una parte tutti gli ingredienti secchi (farine, bicarbonato, zucchero, sale, semi, nocciole, albicocche) e nell'altra il latte e lo yogurt.
Rovesciare gli ingredienti liquidi in quelli secchi e mescolare con un cucchiaio di legno, fino a quando non si ottiene un impasto piuttosto consistente e appiccicoso.
Versare l'impasto nello stampo e cuocere per circa 35/40 minuti. Fare assolutamente la prova coltello: inserirlo al centro e se esce pulito il pane è pronto, Diversamente lasciatelo ancora un pochino, anche se si scurisce il gusto croccante della crosta è molto buono.